A quando risalgono le prime criptovalute apparse sul mercato? Si tratta di una domanda assolutamente lecita, che merita di essere approfondita a dovere. Come vedremo nel dettaglio, si tratta di una storia molto recente e che è arrivata ad essere conosciuta da milioni di persone. Cerchiamo di andare, però, per gradi.
Criptovalute: info utili
Le ciptovalute non sono altro che delle valute elettroniche che si servono di una crittografia. Di cosa si tratta? Di una tecnologia volta a codificare i dati rendendoli difatti non leggibili a chi non sia in possesso di determinate credenziali. Proprio grazie alla crittografia le criptovalute riescono a garantire la loro sicurezza e affidabilità.
Col tempo ha assunto altrettanta importanza anche il concetto di blockchain. Parliamo di una struttura di database di tipo distribuito, che viene descritta per la prima volta circa quarant’anni fa da uno studioso particolarmente lungimirante, ovvero David Chaum. In relazione alle monte virtuali, il blockchain non è altro che una sorta di registro pubblico che contiene tutte le transazioni crittografate e che viene aggiornato e mantenuto da decine di migliaia di utenti sparsi per il globo.
Ribadiamo che le transazioni effettuate con le criptovalute sono totalmente anonime, anche se disponibili ad una consultazione pubblica. Erroneamente si tende a pensare che la prima moneta virtuale sia stata il Bitcoin. Si tratta di una informazione non del tutto veritiera e precisa. La prima implementazione della tecnologia blockchain, utilizzata sulla base della crittografia a chiave pubblica per la protezione dei dati, risale a qualche anno prima della nascita del Bitcoin.
Nella fattispecie, stiamo parlando di due valute chiamate Bit Gold e B-Money, ovvero i primi esperimenti di monete virtuali, che però non sono state in grado di attirare l’interesse degli investitori e quindi di affermarsi nei mercati finanziari di rilievo. Per questo motivo, si tende sempre a considerare come prima moneta virtuale il Bitcoin.
Criptovalute: la nascita del Bitcoin
La nascita del Bitcoin risale all’agosto del 2008: è in quell’estate che venne registrato il dominio internet “Bitcoin.org”. Si tratta, incredibilmente, della homepage di un sito web legato alle criptovalute più visita al mondo. E’ solo ad ottobre dello stesso anno che tale Satoshi Nakamoto, molto probabilmente uno pseudonimo, fece pubblicare un articolo scientifico che aprì al mondo questa nuova pazzesca realtà.
Chi ha un po’ di dimestichezza con l’argomento sa che quel documento viene chiamato “libro bianco di Satoshi Nakamoto“. Nella stesura del documento, l’autore si era prefissato l’obiettivo di chiarire al grande pubblico il concetto di blockchain e di protezione crittografica. Difatti, veniva descritta questa moneta virtuale come una nuova risorsa teorica “open source”, ovvero di proprietà libera e che poteva essere approcciata da qualsiasi persona che avesse voglia di dare il proprio approccio nell’utilizzo e nello sviluppo della stessa.
L’identità di Nakamoto è ancora oggi avvolta dal mistero e si sono susseguite una serie di leggende nel corso degli anni, mai confermate realmente. Con l’anno nuovo, nel 2009, il Bitcoin cominciò a diventare disponibile all’utenza per la prima volta nella storia. Lo stesso Nakamoto estrasse i primi 50 Bitcoin, attivando la famosa pratica di mining delle criptovalute: ovviamente, ricordiamo che all’epoca c’erano pochi programmatori ed amatori che partecipavano allo sviluppo di quella che sarebbe diventata una tecnologia innovativa.
Le prime transazioni
Va da sé che fosse veramente difficile se non impossibile attribuire sin da subito un valore concreto e reale al Bitcoin. Sarà probabilmente lo sviluppatore Gavin Adresen a dare una svolta: acquistò la bellezza di 10 mila Bitcoin per circa 50 dollari e, per svago, diede vita ad un sito chiamato Bitcoin Faucet. Tramite la piattaforma regalava la moneta virtuale.
Altro sviluppatore che ha segnato la storia del Bitcoin è Laszlo Hanyecz. Questo era uno sviluppatore di software che decise di acquistare due pizze con 10 mila Bitcoin: questa è la prima reale transazione universalmente riconosciuta effettuata tramite le monete virtuali. A detta dello stesso Hanyecz, quella è stata la prima transazione che ha aperto l’universo delle criptovalute al mondo intero. Nel 2010, Nakamoto pubblicò un messaggio su un forum molto noto all’epoca, bitcointalk, indicando dei dettagli determinanti relativi alle ultime versioni di software: dall’aprile 2011, si sono perse le sue tracce.
Nascita di altre criptovalute
Sarà seguendo la scia del Bitcoin che tante altre valute elettroniche, decentralizzate, sono nate e si sono sviluppate in breve tempo. Si tratta delle monete virtuali alternative: erano valute alternative al Bitcoin, che era ormai una realtà consolidata (inizialmente venivano chiamate alt-coin).
La maggior parte di queste cercavano di offrire dei miglioramenti rispetto alla prima monte virtuale: parliamo di funzioni aggiuntive quali velocità maggiore, ancor più anonimato assicurato e via dicendo. Forse la prima vera e propria alternativa al Bitcoin è stata Litecoin. Impressionante constatare come oggi le cose siano ben diverse: possiamo fruire di migliaia e migliaia di monete virtuali.
Il vero e proprio boom delle alt-coin c’è stato forse nel 2015. In particolar modo, è stato decisivo il progetto Ethereum. Secondo molti esperti del settore si tratta della prima vera implementazione utile a chi aveva essenzialmente fino ad allora avuto a che fare solo con Bitcoin. Questa nuova moneta virtuale aveva introdotto per la prima volta la tecnologia smart contract, ovvero una particolare tecnologia che consentiva alla blockchain di ospitare vari software eseguibili (quindi non solo la moneta virtuale). Questo passo ha dato il via allo sviluppo di varie applicazioni sempre più complesse, in generale in ambito finanziario.
Oltre a ciò, Ethereum fu in grado di introdurre la innovativa idea di ospitare sulla stessa piattaforma più criprovalute. Sì, Ethereum era una criptovaluta a sé stante, però comprendeva e comprende tuttora una serie di nuovi progetti di token implementati. L’accoppiata vincente valute personalizzate e smart contract ha portato ad un’altra rivoluzione del settore, con un lavoro sempre più incessante e particolareggiato degli sviluppatori.
Va detto che la popolarità di questa criptomoneta ha portato all’emersione di tanti progetti che si sono basati sull’acquisto di fondi per messo di crowfunding. Vengono offerti nuovi token agli investitori in qualità di azioni di nuova emissione: un po’ come funziona con le azioni di nuova emissione e i titoli proposti tramite IPO. Gli investitori hanno comprato monete virtuali per sostenere vari progetti.