Il mercato delle criptovalute è un mercato immenso. All’interno di questo universo ci sono una serie di monete virtuali che nel corso di questi anni hanno avuto un enorme successo e hanno fatto affezionare le persone di tutto il pianeta. Sono tantissime e provenienti da posti diversi, ma leader delle criptovalute è sicuramente Bitcoin. La popolare valuta virtuale ha dato il via al settore nel 2009 quando è stata lanciata in rete da un collettivo di hacker, decisi nel voler creare un supporto che potesse effettuare transazioni interamente online e non vincolanti a un istituto di credito o dallo Stato.
Chiaramente questa tecnologia è piaciuta a molti, portando alla nascita del fenomeno che tutti noi attualmente stiamo vivendo. Ora non è un momento facile per le criptovalute, ma nonostante ciò le persone amano invertire su di loro, con la speranza che se ne possa ricavare un enorme guadagno. Spulciando nelle liste delle più famose, possiamo trovarne tantissime, i cui proprietari sono grandissime società importanti nel mondo. In pochi sanno, però, che anche il colosso dei social network, Facebook, per un periodo di tempo ha posseduto la sua criptovaluta. Come si chiamava? Se volete saperne di più basta continuare a leggere l’articolo!
Libra, la criptovaluta di Facebook
La risposta alla domanda è: sì, Facebook ha una criptovaluta. O meglio, aveva. Si, perché nonostante le monete digitali abbiano avuto un enorme successo, quella lanciata da Facebook non è andata in maniera molto positiva. È stato un tentativo molto azzardato da parte del fondatore del social network Zuckerberg che ha portato poi al ritiro della valuta dal mercato. Certamente l’intento era nobile, in quanto voleva fornire un sistema finanziario che permettesse a cica 1,7 miliardi di persone adulte di avere un servizio che consentisse di fare tutto con un click. Inizialmente il costo doveva essere nullo o basso costo, inoltre prometteva di pagare qualsiasi cosa con il proprio smartphone e semplicemente con un solo pulsante.
Insomma un progetto molto ambizioso, anche nella scelta del nome. Sì, perché molti si sono chiesti il motivo di tale denominazione. Andando a leggere nei vari dizionari, si capisce che il termine libra derivi dal latino e che significa bilancia, nel senso letterale e figurato. Inoltre libbra stava a significare anche massa, peso e moneta. Ecco quindi che probabilmente Zuckerberg ha voluto richiamate il nome delle monete passate, così come il senso di equità ed equilibrio che da la bilancia.
Libra, il lancio nel 2019, ma si lavora dal 2017
Si sa come il creatore di Facebook Mark Zuckerberg abbia sempre avuto una visione molto futuristica del futuro. Questo si riflette pienamente con Libra, la moneta digitale del social network. Il fondatore tramite un post datato 18 giugno 2019 aveva annunciato la notizia del lancio della criptovaluta, andando a delineare un ecosistema che potesse essere accessibile a tutte le persone del mondo.
Proviamo, però, a capire come si è arrivati a tale annuncio. Perché l’operazione Libra parte almeno due anni prima, nel 2017, ma inizialmente non si strizzava l’occhio al mondo delle criptovalute, anche perché più volte sui social di Zuckerberg le pubblicità legate a questo settore venivano bloccate in maniera istantanea. C’era un astio che molti facevano fatica a capire. Nel 2018, però, c’è il punto di svolta: siamo nel gennaio di quell’anno e Zuckerberg ottiene una licenza in Irlanda per fare prestiti personali. Questo suo interesse è cresciuto pian piano al punto da far emergere in passato la possibilità che Facebook coniasse una propria moneta digitale. Cosa che è accaduta.
Libra cambia e diventa Diem
Nel corso degli anni, però, il proprietario di Meta decide di voler cambiare. Da qui si parla di Diem, lo stable coin di Facebook. Dopo il clamore di Libre e gli investimenti di Visa e Mastercard, il progetto decade anche a causa di una forte opposizione di alcune importanti autorità mondiali. In fondo c’è da capirli, visto che si temeva per la stabilità finanziaria, visto che il colosso dei social network gode di oltre i tre miliardi di utenti in tutto il mondo.
Diem, lo stable coin
Certamente la storia che stiamo raccontando della criptovaluta di Facebook serve a capire come il settore delle monete virtuali sia molto volatile e difficile da gestire, non sempre tutto lì va come si deve. Questo Zuckerberg lo ha capito molto bene. I numeri c’erano tutti, anche perché con 1, miliardi di utenti al giorno poteva essere a mani basse la cripto più utilizzata al mondo. Parliamo, però, di un progetto troppo ambizioso, anche per colui che ha rivoluzionato il mondo con Facebook e i social.
Ecco perché la scelta di abbandonare Libre e virare su Diem, lo stable coin. Il progetto pilota è stato lanciato verso la fine del 2021 ed era ancorato al dollaro americano, quindi avrebbe seguito l’andamento di tale moneta. Da come se ne parlava sembrava essere un progetto futuristico, invece, si è rivelato essere un grosso buco nell’acqua.
Perché diciamo così? Semplicemente perché dopo pochi mesi Zuckerberg ha deciso di dire addio alla propria moneta virtuale e di abbandonare questo settore. Infatti il progetto annunciato nel 2019 con il nome Libra e poi denominato Diem sembra quasi morto del tutto.
Quello che si apprende è che la Diem Association sta chiudendo e i suoi asset sono stati venduti per circa 200 milioni di dollari a una banca californiana che si occupa proprio di bitcoin e blockchain. Certamente è una notizia che mette alla luce il fallimento di Mark Zuckerberg. Il mercato delle criptovalute è troppo rischioso e si rischia di non capitalizzare mai e Diem (o Libre) ne è l’esempio vivente. La notizia è rimbalzata per tutto il mondo, su ogni testata giornalistica e la vendita consentirà al colosso Facebook di ripagare i membri fondatori dell’iniziativa, impegnatosi a versare circa 10 milioni di dollari per finanziare un progetto poi morto. C’è da dire che la moneta fin da subito ha subito i colpi delle autorità che hanno subito temuto per il sistema economico mondiale e per gli effetti di questa cripto nella vita di tutti i giorni.