Durante le ultime fasi di un colloquio lavorativo si giunge alla contrattazione dello stipendio. Se è la prima volta che trovate un lavoro, è facile essere impreparati a questo momento. Generalmente si arriva al colloquio con una idea più o meno chiara di quanto si vuole guadagnare al mese in quel posto, ma questa informazione è inutile al datore di lavoro che vorrà sapere quanto desiderate guadagnare in termini di Retribuzione Annua Lorda (o RAL).
Il RAL è il vostro stipendio prima di aver pagato i contributi pensionistici all’ INPS e la tassa sui redditi IRPEF. Purtroppo la vostra precisa richiesta è inutile al datore di lavoro, dato che il passaggio da stipendio lordo a stipendio netto dipende dalla propria condizione familiare e dalle spese che si sostengono in un anno.
Prendiamo ad esempio Marco ed Anna che lavorano nella stessa società e percepiscono lo stesso RAL di €30.000 in 13 mensilità:
- Marco vive a Latina, non è sposato e non ha figli. In busta paga percepisce 1591 €;
- Anna vive a Caserta, ha due figli piccoli ed il marito è disoccupato. Percepisce 1786 €.
Dal punto di vista dell’azienda Marco ed Anna hanno lo stesso stipendio, ma lo Stato li tassa in modo diverso per le loro condizioni particolari. Il nostro Calcolatore di Stipendio Netto e di IRPEF vi può aiutare a capire, in base alla vostra condizione, quale stipendio lordo dovete chiedere durante un colloquio.
Tredicesima e quattordicesima
L’Italia rientra in un piccolo gruppo di paesi speciali che prevedono il pagamento di mensilità extra. Quasi tutti i lavori prevedono 13 mensilità, per lavori d’ufficio in genere si arriva a 14, in alcuni casi eccezionali addirittura a 16.
Questo sistema retributivo ha due vantaggi:
- essendo le mensilità extra pagate poco prima dell’estate e di Natale, aiuta in questi momenti più costosi dell’anno;
- se non si è attenti nella gestione dei risparmi e si vive “di mese in mese”, queste mensilità extra aiutano a dare un po’ di respiro.
Allo stesso tempo produce anche tutta un’altra serie di storture. Innanzitutto convince il lavoratore che il datore di lavoro gli stia “regalando uno stipendio extra”, ma la verità è tutt’altra: le mensilità extra sono parte integrante del RAL e quel denaro è dovuto allo stesso modo che le mensilità siano 12, 13, o 20. Semplicemente vengono ridotte le buste paga dei restanti 12 mesi per pagare una mensilità extra in quelle occasioni. Ecco perché il nostro Calcolatore di IRPEF vi calcola lo stipendio netto nelle più comuni varianti di retribuzione.
Le mensilità extra rendono davvero tutto più complesso. Se si è in una data società per meno di un anno, il loro valore sarà proporzionale ai mesi maturati. Se si vuole conoscere il proprio stipendio netto senza ricorrere a calcolatori bisogna moltiplicare, in modo innaturale, per 13 o 14 anziché i noti 12 mesi.
Infine, si basano su un principio che potrebbe non essere vero: che siamo incapaci a gestire i nostri soldi. Ogni persona che abbia raggiunto l’età adulta dovrebbe avere imparato a mettere da parte il denaro che si riceve e che non serve immediatamente, possibilmente in un conto corrente o conto deposito ad alto rendimento.
Straordinari e festività non godute
Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza complessa, il RAL non è necessariamente il massimo che si può guadagnare in un anno. Si possono verificare alcuni eventi che possono farlo salire (ed allo stesso tempo far salire le tasse), come ad esempio giorni di lavoro straordinario e festività non godute.
In queste occasioni il datore di lavoro è tenuto a pagare una somma di denaro extra che dovrà essere tassata. Il Reddito Annuo Lordo non è necessariamente veritiero.
I contributi del datore di lavoro
Vi siete mai chiesti perché gli stipendi tendano ad essere notevolmente bassi rispetto ad altri paesi in Europa e nel mondo? La risposta probabilmente è da cercare nei contributi INPS. Il calcolo dei contributi pensionistici non è particolarmente complesso, ma la maggior parte di noi non è a conoscenza di un piccolo dettaglio critico.
Al nostro RAL viene dedotto del 9% circa che vengono versati in contributi per la nostra pensione. Per cui su uno stipendio di, ad esempio, €30.000, €2.757 di questi verranno dati all’INPS non tassati e solo sulla somma restante di €27.243, nota come salario tassabile, viene applicata l’IRPEF. Ma per il povero datore di lavoro non finisce qui. L’azienda deve infatti versare un ulteriore percentuale del RAL per la vostra pensione.
Questa stranezza tutta italiana è quello che un giorno, forse, consentirà a tutti noi di percepire una pensione degna di questo nome, ma che allo stesso tempo impone un onere non indifferente al datore di lavoro.
Il calcolo dello stipendio con la Flat Tax
Dall’inizio della campagna elettorale per le elezioni del 2018 si parla di Flat Tax. Ma cosa si intende con questo termine e soprattutto, conviene?
Le legislazione italiana riguardo l’imposta sui redditi è notevolmente complessa. Sviluppare il calcolatore che trovate sopra ha richiesto settimane, l’aiuto di un fiscalista, una scatola di Maalox ed una di Moment Act. Ma il principio di base applicato più o meno in tutte le sue parti è che a redditi superiori si applicano percentuali d’imposta superiori. La proposta originale della Flat Tax consisteva in una notevole semplificazione della legge, riducendo il tutto ad una elementare imposta univoca.
Allora la Flat Tax conviene
Dipende. La complessità del sistema italiano nasce dal fatto che esistano una miriade di sussidi diretti alle fasce più deboli che riducono la loro tassazione. Parliamo di detrazioni per la famiglia, per i farmaci, il famoso bonus IRPEF e tanto altro. Alla fine dei conti, a tutti gli effetti, chi guadagna meno di un tot lordi in Italia è esente dalle tasse.
Una Flat Tax andrebbe ad attaccare tutti allo stesso livello, quindi tutti si beccherebbero la stessa percentuale, a prescindere dalla situazione familiare o quella di salute. Un carico che per le famiglie più bisognose potrebbe essere il colpo di grazia.
Allora la Flat Tax non conviene
Di fronte a questa evidente problematica dovrebbe essere ora chiaro il “dipende”.
Insomma, se appartenete ad una delle fasce più fortunate della popolazione non c’è alcun dubbio: la Flat Tax, o qualsiasi cosa sia, vi conviene e tanto. A seconda di come saranno stabilite le tre fasce la convenienza per tutti gli altri dipenderà da quante detrazioni si percepiscono e quante se ne perdono.
Ma la vera domanda è: potete permettervelo? Mettendo da parte gli egoismi dovuti alle proprie tasche, viene da chiedersi, riducendo le tasse in modo così drastico, lo Stato riuscirà a sostenersi? O dovremo togliere fondi alla ricerca, alla salute, all’istruzione e alla sicurezza per finanziare questa semplificazione?
Domande e risposte
Cosa è il salario imponibile?
Non tutto il vostro reddito viene tassato all’IRPEF. A quel valore bisogna sottrarre prima le deduzioni, prima tra tutte la percentuale che viene versata all’INPS in forma di contributi per la pensione, sulla quale non viene pagata l’imposta sul reddito. Il salario imponibile o tassabile è quindi quel valore sul quale vengono calcolate effettivamente le tasse.
Come viene calcolata l’IRPEF?
Una volta trovato il salario imponibile, l’IRPEF viene calcolata tramite un complesso sistema detto a scaglioni (o a fasce). In questo sistema, all’aumentare del reddito prodotto, viene aumentata man mano anche la percentuale di tasse da pagare.
Al valore così calcolato vengono fatte una serie di detrazioni per vari motivi, infine vengono aggiunte le addizionali regionali e comunali, che vengono pagate direttamente a questi enti per la loro sussistenza. Ogni regione e comune ha il suo ulteriore sistema che può essere di nuovo scaglionato o una semplice percentuale.
Quale è la differenza tra deduzioni e detrazioni?
Queste due parole sono sostanzialmente sinonimi nel vocabolario italiano, ma assumono due significati diversi in materia fiscale.
Le deduzioni vengono applicate prima del calcolo dell’imposta sui redditi. In sostanza riducono il vostro salario dal punto di vista fiscale (il salario imponibile). La deduzione più comune sono i contributi pensionistici INPS.
Le detrazioni invece si applicano dopo il calcolo IRPEF e vanno a ridurre le tasse da pagare. Generalmente le si può ridurre fino al massimo ad annullarle, ma per alcuni tipi di detrazioni è consentito perfino portare l’imposta in valore negativo, creando il cosiddetto credito d’imposta. Lo Stato, in questo caso, si trova nella strana situazione in cui paga una tassa anziché riscuoterla.
Cosa è la busta paga?
La busta paga è un modello che indica, mese per mese, il vostro stipendio lordo, tutte le varie spese, detrazioni e trattenute fiscali. Rappresenta infine l’unico numero a cui si è davvero interessati, lo stipendio netto, ossia quanto portiamoare a casa quel mese.
Questo documento viene generalmente inviato ai dipendenti via email in formato PDF. In passato veniva ricevuto in una busta per lettere chiusa, da cui il nome di busta paga. È di fondamentale importanza conservare accuratamente tutte le buste paga che riceverete nel corso della vostra carriera lavorativa. Quando un giorno verrà il momento di ricevere la pensione, le buste paga vi consentiranno di verificare che la pensione che percepite è corretta e in caso contrario di fare ricorso e dimostrare la vostra ragione.
Come si calcola il RAL dalla busta paga?
Se non siete a conoscenza del vostro Reddito Annuo Lordo, il modo più semplice per trovarlo è cercare nel vostro contratto di assunzione. In alternativa ogni mese sulla busta paga è indicato il vostro salario lordo mensile. Moltiplicate questo valore per il numero di mensilità che percepite in un anno (12, 13 o 14) ed avrete una buona approssimazione del vostro vero RAL.
Ricordate che quando viene calcolato così questo valore non corrisponde esattamente al vostro stipendio lordo annuale. Per la complessa natura del sistema italiano il lordo mensile varia sempre di mese in mese a seconda delle ferie, permessi, malattie, straordinari e perfino il numero di giorni di lavoro.
Inoltre, un terzo modo per trovare il RAL è quello di guardare all’interno della Certificazione Unica o CU, un tempo chiamato CUD. Questo documento, preparato ogni anno dal datore di lavoro, indica il vostro intero reddito di lavoro dipendente per l’anno passato. Lo scopo di questa certificazione è di aiutare il dipendente a compilare la dichiarazione dei redditi.
Quante mensilità percepite?
Se è il tuo primo anno in azienda potreste non sapere su quante mensilità il vostro salario viene diviso. Il modo più facile per scoprirlo è probabilmente chiedere ad un collega o al vostro superiore. Ma in ogni caso questo valore deve essere indicato sul vostro contratto di assunzione.