Certificazione della parità di genere: stop al gender-gap!

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In coerenza con il lancio della Missione per il raggiungimento dell’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 (uguaglianza di genere ed emancipazione di tutte le donne e le ragazze), la Certificazione della Parità di genere (e relative misure attuative), inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha nuovamente accesso il dibattito sull’annosa questione dell’uguaglianza formale e sostanziale tra uomini e donne, in ambito lavorativo e non solo, gettando le fondamenta per la costruzione di una reale dimensione sistemica in cui centrale è il ruolo delle donne nella ripresa economica post-Covid, una ripartenza all’insegna della She-covery (neologismo coniato in occasione del Women’s Forum G20 Italy).

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IL CONTESTO NORMATIVO

Istituita con il nuovo art. 46-bis, a partire dal 1° gennaio 2022, la Certificazione di Parità di genere è una delle tre importanti novità, insieme al concetto più esteso di discriminazione e un rapporto più dettagliato sulla situazione del personale (chiesto ogni due anni alle aziende con almeno 50 dipendenti, che dovrà riportare anche le retribuzioni e i premi riconosciuti ai lavoratori dei due sessi), previste dalla Legge 5 novembre 2021, n. 162, entrata in vigore il 3 dicembre 2021 modificando il Codice Pari Opportunità (Dlgs 198/2006).

 

Il 24 marzo 2022 la Ministra per le Pari Opportunità e la FamigliaElena Bonetti e il Presidente UNIGiuseppe Rossi, hanno presentato la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, che definisce criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere, al fine di trasmettere le linee guida e indicare le direzioni da intraprendere per avviare quello che è stato definito “un percorso sistemico di cambiamento culturale”.

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IL RUOLO DELLE AZIENDE

In tale contesto vincono le aziende che adottano modelli di open innovation, attente alle esigenze e consapevoli dell’importanza della valorizzazione del capitale umano e della centralità di principi come la conciliazione tra vita privata e lavoro, aperte al confronto interno con i propri dipendenti e ad accogliere gli input di crescita e sviluppo che provengono dal contesto esterno, nazionale ed internazionale.

E di aziende disposte ad innovare nel nostro Paese sembrano essercene diverse, aziende che oltre a percepire la Certificazione di parità di genere come un obbligo calato dall’altro, stanno mostrando interesse verso la normativa e la prassi di riferimento, e che sono disposte a cogliere le opportunità offerte dalla prospettiva di parità, in termini di crescita, sviluppo sostenibile, incentivi fiscali e premialità.

IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI

Se è vero, come diceva Ruth Bader Ginsburg (per13 anni giudice della Corte d’Appello e per  27 anni giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, attivista impegnata in difesa dei diritti delle donne, pioniera della parità di genere, ricordata oltre che per la fermezza nel difendere il diritto della donna ad abortire, e per la sua azione volta ad affermare il principio della gender pay equality), che il Cambiamento duraturo è quello che si ottiene a piccoli passi, è anche vero che è oggi il momento dell’accelerazione del cambiamento, quel decisivo cambio di rotta per cui molte donne, singolarmente o in forma associativa, hanno molto tempo atteso, per cui hanno lavorato e soprattutto costruito.

Se è vero che 162 e 125, verranno ricordati come i numeri della svolta, colonne del tempio del Ri-Nascimento 4.0. è anche vero che abbiamo ancora tanto lavoro da fare.

Nei due anni di She-session pandemica, caratterizzati dal fenomeno della rinuncia al  lavoro da parte di molte donne per dedicarsi alla gestione del carico di cura, alla luce della differenza di retribuzione rispetto al compagno/marito, dall’incremento delle violenze domestiche spesso legate a doppio filo alla mancanza di indipendenza economica, dal diffondersi del fenomeno della ringenderizzazione, delle violenze di genere e delle violenze di branco tra i giovanissimi, molte Associazioni e Alleanze di Associazioni, hanno monitorato la situazione, coinvolgendo sia l’opinione pubblica che  i KOL (key opinion leader), figure chiave del mondo delle Aziende, del Terzo Settore, delle Istituzioni, e hanno aperto tavoli di confronto, con le donne e con gli uomini, con gli stakeholders di tutti i livelli, hanno fatto Sistema e “spinto” affinché a livello centrale fosse affrontata l’annosa questione dei bias di genere, della disparità, delle discriminazioni. Il mondo del Terzo Settore è nuovamente chiamato a svolgere un ruolo attivo di sensibilizzazione e mediazione tra i diversi stakeholders. Women Of Change Italia, rinnova il suo impegno in tal senso.

WOMEN OF CHANGE ITALIA

L’Associazione Women Of Change Italia, dal dicembre pre-pandemico (2019) è impegnata nella promozione della cultura del gioco di squadra al femminile e in difesa dei diritti delle donne e delle minoranze. Rivolgendosi ad un pubblico allargato, ha cercato nel corso di questi due ultimi anni, di portare all’attenzione dell’opinione pubblica ed in particolar modo dei giovani, le grandi problematiche di genere che vedono l’Italia ancora al 63° posto del Global Gender Gap report del World Economic Forum.

Lo ha fatto utilizzando un linguaggio di comunicazione comprensibile anche dalla Generazione Z, utilizzando la rete, i social media e diffondendo campagne di comunicazione disruptive e internazionali, come #stoprobbingwomen – Paying women less then men, means robbing them everyday (Basta rubare alle donne – pagare le donne meno degli uomini significa derubarle ogni giorno), campagna nata allo scopo di azzerare il Gender Pay Gap. La Campagna è rientrata nella week top 5 di uno dei più importanti portali della industry creativa globale, adforum.com (New York), nella categoria The best in Sustainability and CSR (Corporate Social Responsibility -themed Advertising.

Women Of Change Italia andrà avanti con la sua azione di ascolto, dialogo, sensibilizzazione, continuerà a monitorare gli sviluppi applicativi della Certificazione di Parità di genere, lo farà, come sempre, insieme ad altre organizzazioni, associazioni, imprese, in ottemperanza alla sua mission: promuovere la cultura del gioco di squadra al femminile, tradurre i pensieri in azioni, partire dai numeri e progettare insieme soluzioni.

A proposito di Certificazioni di Parità di genere Anita Falcetta, Presidente di Women Of Change Italia, Imprenditrice, Consulente di Comunicazione, Diversità, Parità, Inclusione, dichiara:

“La normativa sulla Certificazione di Parità di Genere rappresenta un segno concreto della volontà di modificare lo status quo. Al contempo è una grande opportunità per le Aziende che vorranno salire sul treno dell’innovazione; oltre all’obbligo, il Sistema Parità, ha aperto scenari interessanti per i datori di lavoro stessi, introducendo premialità e agevolazioni per i Brand che decideranno di intraprendere un percorso virtuoso e che vorranno comunicare, all’interno e all’esterno, l’impegno concreto in termini di parità di genere.”

9/10 MAGGIO – CRESCERE IN PARITÀ – WEBINAR DI WORK EQUALITY CERT

Anita Falcetta è tra le co-organizzatrici, insieme a Simonetta De Luca Musella (Imprenditrice, Esperta di Sistemi di Certificazione Integrati e Consulente di Impresa) e Rosella Scalone (Impreditrice, Esperta di Marketing e Consulente di Politiche di Genere) di Crescere in Parità, la due giorni di Webinar gratuiti (9 e 10 maggio) dedicati alla Certificazione della Parità di Genere.

Le registrazioni dei webinar sono disponibili sul canale YouTube di Work Equality Cert.

Gli incontri, organizzati sotto il cappello di Work Equality Cert, gruppo di lavoro con focus specifico sulla consulenza aziendale per la Parità, Diversità, Inclusione, con il patrocinio di Inclusione Donna e Rewriters, sono stati un’occasione di confronto sulla pratica di riferimento UNI/pdr 125:2022 e di informazione sulla così detta Cassetta degli Attrezzi, utile alle aziende per allinearsi ai dictat di legge e sfruttarne al massimo le potenzialità, in termini di crescita e sviluppo.

Ai due giorni di webinar hanno preso parte autorevoli esperte di settore, che hanno messo sul tavolo della discussione competenze specifiche, testimonianze dirette, dati ed esperienze, tra cui Sila Mochi, co-fondatrice di Inclusione Donna e Project Leader Tavolo tecnico UNI “Parità di genere”.

 

“#InclusioneDonna è grata alla Ministra Bonetti e a tutto il suo staff per aver creduto che la Certificazione per la parità di Genere per le Imprese avrebbe segnato una svolta per la condizione delle donne nel lavoro e nelle imprese. Con la pubblicazione della UNI/PdR 125:2022   la parità di genere nel mondo del lavoro   diventa un obiettivo più concreto e realizzabile. Il nostro Paese, anche grazie alla certificazione per la parità di genere, avrà una crescita armonica, inclusiva ed equilibrata, nell’interesse della collettività nel suo insieme.” Dichiara Sila Mochi co Founder di Inclusione Donna

 

 “Supportiamo le aziende, nel processo di certificazione, aiutandole a identificare e monitorare in concreto specifici kpi, allineati alle 6 importanti aree di valutazione indicate dalla UNI/PdR 125:2022.  Questo è ciò che facciamo e che faremo.” – dichiara Simonetta De Luca Musella.

 

“I webinar hanno l’obiettivo di affrontare il tema della parità di genere in maniera non stereotipata e con un approccio concreto e informato, approfondendo anche gli aspetti culturali della sfida dell’abbattimento del gender gap, e illustrando come lingua, dati, e formazione possano contribuire al raggiungimento di una vera equità”- conclude Rosella Scalone.

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