I sì ed i no del montaggio video
Conosciamo tutti i segreti del montaggio video, le tecniche da usare e le strategie più efficaci per ottenere un risultato ottimale
Grazie al montaggio video, è possibile ottenere risultati differenti a seconda degli obiettivi che ci si propone di perseguire; per esempio, si può aumentare il ritmo della narrazione, oppure renderla meno veloce. Le tecniche a disposizione nel campo dell’editing video sono tante, in base alla necessità di rimuovere o di connettere le scene.
Il cross dissolve
Il cross dissolve, per esempio, è una lenta transazione studiata in modo tale da non essere neppure percepita. Non si tratta di un taglio di montaggio, ma della sovrapposizione di due ambienti, due scene o due contesti differenti in simultanea. Il risultato che si ottiene è frutto, appunto, della somma di entrambi gli elementi. Il cross dissolve si differenzia, quindi, dal jump cut, che invece consiste in un vero e proprio taglio, per effetto del quale lo spettatore viene condotto da una parte all’altra dell’azione o della narrazione, in un luogo differenti a livello spaziale e in un momento diverso della storia. Con il jump cut, si ottiene una sensazione di forte discontinuità: si ricorre a questa tecnica per fare in modo che il cambio di scena possa essere percepito con più facilità, come pure il passare del tempo.
Il montage
Un’altra soluzione a cui si può riferimento, nel montaggio video professionale, allo scopo di mettere in risalto il trascorrere del tempo è il cosiddetto montage. Come nel jump cut, si genera un cambio delle ambientazioni, ma la differenza è che in questo caso i tempi sono più dilatati. Con il montage, si ha a che fare con varie scene che non prevedono alcuna continuità di azione. Tocca a chi guarda immaginare o intuire che cosa può essere accaduto tra una scena e quella successiva. Il classico esempio di montage è quello del quarto episodio della saga di Rocky, quando viene messo in scena il training del protagonista.
J e L cut
Chi si cimenta nel montaggio video dovrebbe imparare ad acquisire dimestichezza anche con i concetti di J e L cut, tecniche che riguardano sia la parte audio che quella video. Questi sistemi devono il proprio nome semplicemente alla forma che compare sulla time line. Per effetto di J e L cut, la parte audio di una particolare scena appartiene alla scena di prima o a quella successiva. Lo scopo è quello di garantire una forte continuità tra le scene, e nel frattempo il sound design genera uno spaccato narrativo rispetto a un personaggio o a un avvenimento.
Tutte le altre tecniche da conoscere
La tecnica cutaway serve a portare lo spettatore in un luogo diverso, o in un punto del tempo differente, in modo inatteso, se non addirittura brusco. In molti film di Hitchcock, invece, si può scoprire la tecnica wipe, che prevede di inglobare in una scena quella precedente, in modo che essa scompaia. Per esempio, il passaggio di un attore può oscurare la ripresa, e nella scena successiva si può osservare lo stesso movimento; si innesca, così, una transizione che in apparenza è impossibile da percepire, ma con un effetto che sbalordisce. Ancora, vale la pena di citare il fade in e il fade out, con il graduale comparire della scena o il suo progressivo dissolvimento. La differenza tra queste due tecniche e il cross dissolve sta nel fatto che in questo caso non c’è una transizione fra due scene, ma tra una scena e il nero o viceversa.
I film di azione e i tagli sull’azione
La tecnica dei tagli sull’azione viene usata di frequente proprio nei film di azione. È un modo per fare in modo che lo spettatore concentri la propria attenzione proprio laddove la si considera indispensabile: un dettaglio come, per esempio, una porta che viene sbattuta, un oggetto che viene sfiorato da una mano, un colpo di pistola, eccetera. Per i tagli sull’azione, il ritmo riveste un ruolo di primo piano, e al tempo stesso è molto importante trovare il punto esatto nel quale occorre eseguire questo passaggio. Ancora, è richiesto un sincronismo ottimale con l’azione e con il suono. Insomma, è una tecnica facile solo in teoria, perché serve un bel po’ di esperienza per tradurla in pratica.
Gli errori da non commettere con il montaggio video
Come si può intuire, il montaggio è una fase molto delicata quando si tratta di produrre un video, e il rischio di commettere errori è sempre dietro l’angolo. Per esempio, quando si lavora a un video è molto importante prestare attenzione a tre elementi della timeline, vale a dire la musica, la voce e le clip audio. Il rischio da evitare è che le tracce vengano sovrastate da quella musicale. Per impedire questo inconveniente occorre fare in modo che la musica e la voce siano come fuse l’una con l’altra. La musica di sottofondo, nello specifico, deve rimanere sullo sfondo e non complicare la fruizione degli effetti sonori o del dialogo. Nel caso in cui si scelga di ricorrere agli effetti sonori, questi devono essere ben calibrati, e risultare davvero utili; quando non servono, infatti, hanno il solo effetto di distrarre.
Un pericolo da evitare: il pacing
Un altro nemico pericoloso per chi si occupa del montaggio di video è il pacing: si tratta di quel fenomeno che si concretizza nel momento in cui l’editor video altera la lunghezza delle riprese al fine di orientare la reazione emotiva degli spettatori rispetto a una scena. Se si ricorre a un ritmo lento si trasmette una sensazione di pacatezza e di relax; quando il ritmo cresce, invece, il risultato è molto più intenso. Un ritmo di modifica rapido è raccomandato nel taglio delle scene di azione. Attenzione, infine, alla presenza di fotogrammi lampeggianti, una situazione che si riscontra quando, nel taglio tra una scena e l’altro, non si elimina un fotogramma ma si sostituisce la seconda scena. I fotogrammi coinvolti devono essere corretti per non causare straniamento fra gli spettatori.