Che cos’è una riserva aurea? Come suggerisce il termine si tratta in maniera vera e propria di una riserva d’oro. Una riserva aurea era principalmente detenuta da una banca centrale nazionale, era intesa come garanzia di rimborso per i depositanti, i detentori di banconote e/o gli operatori commerciali, oltre a supportare il valore della valuta nazionale.
Ad oggi il termine riserva aurea ha acquisito un significato molto più individuale, spesso se si tocca l’argomento con parenti o amici si può incorrere in persone che dichiarano di avere una riserva aurea personale. Ma questo non necessariamente deve significare che la persona con la quale stiamo dialogando abbia una stanza piena di oro. Molti creano le loro riserve auree acquistando il titolo dell’oro su piattaforme dedicate al trading tipo Etoro.
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Riserve auree, capiamo più nel dettaglio cosa sono
Parliamo quindi di un fondo di lingotti d’oro (o anche monete) detenuti da un governo o una banca, distinto da un tesoro privato d’oro detenuto da un’istituzione individuale o non finanziaria, in quanto le riserve auree hanno strettamente a che fare con l’economia del paese e non del singolo individuo. In passato venivano accumulate dai governi principalmente per far fronte ai costi della guerra e nella maggior parte delle epoche la politica governativa enfatizzava in maniera particolare l’acquisizione e la detenzione dei cosiddetti “tesori” dei cittadini.
Le banche, in passato, accumulavano riserve d’oro per riscattare le loro promesse di pagare i loro depositanti. Durante il diciannovesimo secolo quindi queste banche soppiantarono i governi come i principali detentori delle riserve auree. Esse hanno ricevuto depositi in oro, soggetti a rimborso, su richiesta e hanno emesso poi banconote riscattabili in oro, sempre su richiesta; quindi ogni banca doveva tenere una riserva di monete d’oro per soddisfare le richieste di rimborso ove mai queste venissero reclamate.
Nel corso del tempo, tuttavia, la parte preponderante delle riserve auree si è spostata sulle banche centrali. Questo è successo perché le banconote delle banche commerciali erano state sostituite interamente o in buona parte da banconote della banca centrale di riferimento. Le banche commerciali si trovarono così in seguito anche a dipendere dalla banca centrale per l’oro necessario a soddisfare le richieste dei loro depositanti.
Negli anni ’30, e anche in seguito, molti governi hanno richiesto alle loro rispettive banche centrali di consegnare tutte le loro riserve auree al tesoro nazionale. Ad esempio, negli Stati Uniti, il Gold Reserve Act del 1934 stabiliva che il Tesoro degli Stati Uniti avrebbe dovuto prendere il titolo di tutte le monete in oro, lingotti d’oro e certificati d’oro, detenuti dalle banche centrali della Federal Reserve, fornendo certificati d’oro di nuovo tipo ed anche nuovi crediti. Il Tesoro degli Stati Uniti ha collocato la maggior parte della sua riserva d’oro a Fort Knox.
Comunque c’è da dire che non tutti i governi hanno “nazionalizzato” l’oro, con il risultato che lo status delle riserve auree ad oggi varia da Paese a Paese. In alcuni Paesi le riserve monetarie auree sono detenute esclusivamente dal governo nazionale; in altri sono detenute in gran parte dalla banca centrale; in altri ancora sono detenuti in parte dal governo e in parte dalla banca centrale. Indipendentemente dal titolare, ad ogni modo, l’utilizzo delle riserve auree è ora limitato quasi esclusivamente al regolamento e bilanciamento delle politiche internazionali.
Le riserve auree e Bankitalia: un approfondimento
Nel nostro Paese abbiamo la Banca d’Italia che è la nostra banca centrale nazionale. Qui, infatti, sono conservate la bellezza di circa 2400 tonnellate d’oro in monete e lingotti, trattandosi infatti della riserva aurea del nostro Paese. Ma a cosa ci serve?
Diciamo che le riserve auree devono avere un po’ l’aspetto del deposito di Paperon de’ Paperoni. Vengono conservate da Bankitalia e devono rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema di finanze del nostro Paese e della moneta unica. Tutto ciò ci serve in particolar modo durante i periodi di crisi finanziaria, in quanto le riserve auree sono una sorta di garanzia che la Banca Centrale nazionale ci dà per svolgere le proprie funzioni anche nei periodi più critici per i mercati nazionali ed internazionali.
Ad esempio, la riserva aurea italiana funge da garanzia per il debito che l’Italia ha nei confronti dell’Europa; in questo senso una grossa quantità di oro da noi posseduta mette al sicuro i pensieri dell’Europa intera qualora l’italia dovesse subire un tracollo economico e non poter restituire il debito accumulato. La questione è tuttavia abbastanza più complessa e spinosa e noi ve l’abbiamo sintetizzata e semplificata all’osso.
Curiosità
Non sono molte le riserve auree nel mondo, sapete? L’Italia, ad oggi, è appena la quarta dopo la Bundesbank in Germania, la FED negli Stati Uniti d’America ed il fondo monetario internazionale. Sapete a quanto ammonta in euro il valore delle riserve auree del nostro Paese? Agli albori del 2016 la somma equivaleva a circa 77 miliardi di euro. Oggi l’oro di BankItalia lo si può trovare a Roma, nei caveau della Banca di via Nazionale ed in altre banche centrali negli USA ed in Gran Bretagna.
Perché alcuni lingotti sono stati dislocati? I motivi sono due: il primo riguarda semplicemente il fatto che l’oro è stato lasciato lì dove è stato acquistato e conseguentemente a ciò la scelta comporta rischi minori per la riserva aurea stessa del Paese, essendo questa dislocata in punti diversi.
La sicurezza della riserva aurea
Ad assicurare la riserva aurea (anche di Bankitalia) c’è il fatto che l’oro, comunque, non è un prodotto estremamente popolare ed è quasi totalmente incorruttibile (ossia non è soggetto ad ossidazione o ruggine), si può trasportare con facilità ed è facilmente lavorabile. Questo rende l’oro così prezioso ed è per questo che non potrà mai perdere valore (almeno in teoria e con grandissima probabilità).