I tassi d’interesse indicano il prezzo che paghi quando prendi denaro in prestito, ma anche quello che guadagni quando invece risparmi su un conto deposito oppure, oggi più raramente ma questo può avvenire anche su un conto corrente.
Se sei interessato alla semplice differenza tra TAN e TAEG, non ti sarà necessario leggere l’intera guida, che è piuttosto dettagliata. Leggila tutta se vuoi scoprire come funziona la matematica dei tassi d’interesse.
Il tasso d’interesse sui prestiti
Se ottieni un prestito di un anno, con un tasso d’interesse del 5% annuo, vuol dire che il prestito ha un costo del 5% dei soldi che hai ricevuto. Quando mese per mese andrai a restituire il denaro prestato, questo costo verrà aggiunto alla rata.
Un esempio: quanto costa un prestito da 1.000 € con un interesse annuo del 10%, ma pagato in 6 mesi?
Beh, proviamo a fare un approssimazione senza calcolatrice. Se il prestito fosse restituito in un anno, dovresti aggiungere 100 € (il 10% di 1.000 €). Siccome lo ripagherai in 6 mesi, allora gli interessi da pagare sono la metà, ossia 50 €.
Questo calcolo è piuttosto semplice e, generalmente, è un modo rapido per stabilire quanto si debba pagare, ma non è sicuramente preciso. Gli interessi infatti non sono calcolati una tantum all’inizio del prestito e divisi sui mesi, ma maturano a seconda della cifra che rimane da pagare.
Il tasso d’interesse sui risparmi
Quando depositi i tuoi risparmi in un conto deposito (e magari anche su un conto corrente), il calcolo degli interessi è assolutamente identico, e per un motivo molto semplice: quando dai i tuoi soldi alla banca, le stai, a tutti gli effetti, facendo un prestito, per farne ciò che vuole fino a che non li riprendi.
Un altro esempio: quanto guadagni vincolando 2.000 € al 5% per 18 mesi?
Di nuovo, con un calcolo molto semplice si trova il 5% di 2.000 €, ossia 100 €, e lo si moltiplica per gli anni di deposito, in questo caso 1.5 (18 mesi, un anno e mezzo). Avrai guadagnato, di nuovo approssimativamente, 150 €.
La tassa sulle rendite finanziarie
Purtroppo, in Italia si è soggetti ad una disgustosa tassazione su qualsiasi rendimento sui risparmi, pari al 26%. Questo si applica sui rendimenti da conti correnti, conti deposito ed altri tipi di investimenti.
Quando le banche indicano i loro tassi di interesse, questi sono lordi. Ciò vuol dire che il vero tasso di guadagno è del 26% più basso (cioè, circa di un quarto in meno). Per cui la prossima volta che leggi “rendimenti al 2% “, ricorda che le tasse non sono incluse. Il vero rendimento è minore.
Se non altro, le tasse sui rendimenti finanziari sono trattenute alla fonte dalla banca o società di investimenti, risparmiandoci almeno la fatica di doverle pagare in prima persona.
Come funzionano gli interessi compositi
Gli interessi compositi sono un concetto fondamentale della matematica dei prestiti e depositi. Ma, ancora più importante, sono la chiave che consente di sviluppare, nel lunghissimo termine, un notevole capitale di risparmi, anche partendo da cifre modeste.
Immagina (in un mondo fantastico senza tasse) di avere 1.000 € in un conto deposito che rende il 10% (forse stiamo viaggiando troppo con la fantasia, ma è per rendere l’idea a fare le cose semplici).
Dopo un anno, avrai sul conto deposito 1.000 € più 100 € di interessi maturati (il 10% di 1.000 €), per un totale di 1.100 €. Il secondo anno avrai maturato ulteriori 100 € (sul deposito originale di 1.000 €) e ulteriori 10 €, maturati dai 100 € di interessi del primo anno. Alla fine del secondo anno, avrai 1.210 €. Dopo 10 anni, avrai circa 2.600 €, ossia 600 € in più rispetto al semplice calcolo del 10% moltiplicato per il numero di anni.
Ebbene, la matematica degli interessi compositi è esponenziale, per cui se lascerai questo deposito maturare per 40 anni, avrai oltre 45.000 € sul conto, molto, molto al di là dei 4.000 € di interessi semplici (100 € per 40 anni).
Gli interessi sono piuttosto lenti a maturare inizialmente, ma crescono sempre più rapidamente, in modo vertiginoso.
Come garantire la stabilità economica dei tuoi figli
Un’idea per un “regalo” un po’ innovativo che puoi fare ad un figlio che sta per nascere è di depositare una parte dei tuoi risparmi su un conto ad altissimo rendimento (o, forse meglio, anche su investimenti azionari e simili). Al battesimo puoi chiedere ai parenti di contribuire a questo deposito anziché optare per collanine che non verranno mai indossate.
Con 3.000 € depositati il giorno della nascita, su un fantomatico investimento con l’8% di interessi, tuo figlio sceglierà se accedere a:
- 12.000 € a 18 anni, per potersi permettere un’ottima educazione universitaria privata in Italia o in Europa;
- 28.000 € a 28 anni, per coprire le spese di un matrimonio o l’anticipo su di una casa;
- 108.000 € a 45 anni, per lasciare il lavoro per due anni e girare il mondo con la famiglia;
- 535.000 € a 65 anni, per godersi una serena pensione e lasciare una buona eredità ai tuoi nipoti.
Non pensi sia sufficiente?
Aggiungi 100 € al fondo ogni mese fino ai 18 anni e quel giorno in cui il tuo bambino sarà diventato adulto potrà godersi ben 61.000 €. E se lo desidera, potrà continuare a depositare per andare in pensione a 50 anni con 1 milione di € sul conto corrente.
Tieni sempre a mente che questo calcolo si applica anche ai prestiti
Il sogno segreto, che non possono dichiarare, di ogni banca ed istituzione finanziaria è che tu dimentichi di ripagare un prestito per qualche mese. Anche in questo caso infatti, gli interessi maturano anche sugli interessi generati fino a quel momento.
Inoltre i prestiti hanno in genere tassi d’interesse più alti dei depositi (ed ecco che il 10% o anche il 15% non è più fantasia), per cui gli interessi sui debiti tendono a crescere ad un ritmo insostenibile.
Cosa è il TAEG
Finalmente siamo arrivati al vero motivo per cui hai aperto questa pagina! Il TAEG, o Tasso Annuo Effettivo Globale è, a tutti gli effetti, l’unico valore che ti interessa conoscere quando chiedi un finanziamento.
Il TAEG deve essere riportato chiaramente per legge da tutti i creditori e rappresenta il vero costo del prestito. Ma cosa vuol dire “vero costo del prestito”?
Beh fino ad ora abbiamo parlato di tasso d’interesse come prezzo da pagare per ottenere denaro, ma raramente finisce qui. Molto frequentemente le banche o altri istituti di credito applicano ulteriori tariffe per, ad esempio:
- apertura della pratica;
- invio di comunicazioni postali;
- chiusura del prestito;
- conteggio degli interessi.
Tutte queste spese, non riportate nell’altro tasso d’interesse (il TAN), vanno in pratica ad aumentare il costo del debito, anche in modo sostanziale.
Può capitare di sentire alla radio pubblicità per finanziamenti a tasso 0% subito seguite da una voce che molto rapidamente specifica TAEG 10%! Questo vuol dire che il tasso col quale gli interessi crescono è effettivamente nullo, ma che l’apertura e la gestione del prestito hanno un costo ad ogni modo notevole.
Cosa è il TAN
Il TAN o Tasso Annuo Nominale è il tasso, a breve vedremo perché Nominale, con cui vengono calcolati gli interessi su un credito o un debito.
In generale, quando chiedi un prestito, ti consigliamo caldamente di ignorare il TAN e guardare solo ed esclusivamente il TAEG che è una chiara misura di quanto ti costerà questo debito.
Il TAN è ingannevole per un secondo motivo. Il Tasso Nominale infatti è rappresentativo degli interessi maturati, solo nel caso in cui questi vengano calcolati annualmente, come nel caso dei 100 € su un prestito di 1.000 € al 10%.
La maggior parte delle banche però calcola gli interessi sui debiti ogni 3 mesi. Così facendo, il TAN del 10% non comporta più interessi del 10%. Vediamo cosa succede, tenendo conto che il 10% applicato su base trimestrale vuol dire un tasso del 2.5% ogni 3 mesi:
- dopo i primi 3 mesi, il tuo debito sarà diventato di 1.025 €;
- dopo 6 mesi, sarà arrivato a 1.056 €;
- dopo 9 mesi a 1.082 €;
- infine dopo un anno, sarai a quota 1.109 €.
Come puoi vedere, gli interessi totali maturati non sono 100 €, ossia il 10% promesso, ma 109 €, corrispondenti ad un Tasso Effettivo quasi dell’11%, con il solito trucco degli interessi composti.
Al contrario il TAEG è decisamente più onesto, chiaro e sincero. A meno che non sai davvero quello che stai facendo, ignora sempre il TAN.