Sono entrate in punta di piedi nella vita delle persone e nel giro di pochi anni sono riuscite a conquistare tutti. Stiamo parlando delle criptovalute, le famose monete digitali che in questi ultimi anni sono state capaci di attirare milioni di curiosi e investitori.
Senza ombra di dubbio hanno rivoluzionato il modo di intendere i pagamenti digitali, con molte persone sempre più intenzionate ad utilizzarle per la vita di tutti i giorni, come per comprare beni su e-commerce oppure divertirsi nei casinò online.
Insomma, sembra che tutto il mondo pian piano stia definitivamente accettando le criptovalute. Tutti ne parlano e tutti le vogliono, ma ci sono Paesi che hanno vietato l’utilizzo delle valute virtuali? La risposta è sì, esistono nazioni che hanno messo il veto su di esse, rendendole inutilizzabili. Per scoprire quali sono continua a leggere questo articolo!
La lista dei paesi che hanno vietato le criptovalute
Le criptovalute sono senza ombra di dubbio un argomento controverso e difficile da argomentare. Sotto la lente d’ingrandimento non c’è solo la volatilità del mercato, ma anche la sua decentralizzazione. Infatti queste monete digitali non sono gestite da nessuna banca e da nessuno Stato: vivono solamente sul web, il che le rende impercettibili.
Per questo motivo risulta estremamente difficile per i vari governi mondiali riuscire a gestirle, ma nonostante ciò sempre più paesi hanno deciso di legalizzarle o addirittura di utilizzarle come valuta ufficiale, mentre altri non hanno voluto sapere ragione, vietandole in maniera categorica.
Quali sono i paesi che hanno bandito le criptovalute? Di seguito la lista di tutte le nazioni (in ordine alfabetico) che hanno preso tale decisione.
ALGERIA
La prima nazione della lista è l’Algeria. Il paese nord africano ha vietato l’utilizzo delle criptovalute già nel 2018 quando iniziava a parlarsene con più intensità. Lo Stato ha affermato che chiunque non rispetti tale divieto sarà punito con le leggi attualmente in vigore.
BANGLADESH
Spostandoci verso il sud asiatico, troviamo il Bangladesh. Il governo ha imposto agli istituti di credito di non permettere transizioni con le criptovalute, in particolar modo con bitcoin. Si tratta di una scelta risalente al 2014, quando al Banca di Bangladesh ha affermato che chiunque fosse sorpreso a utilizzarle sarebbe soggetto alle rigide leggi di antiriciclaggio del paese. Una soluzione dura contro chi ha da sempre cercato di usare le valute virtuali.
BOLIVIA
Così come il Bangladesh, anche la Bolivia nel 2014 ha vietato l’utilizzo di bitcoin. In particolar modo la banca del paese non ha permesso alle persone di utilizzare valute che non siano quelle circolanti all’interno della nazione.
CINA
Il divieto in Cina è per le banche, dove è stato ribadito di non effettuare nessuna operazione con bitcoin. Lo stesso, infatti, accade anche in Qatar, Canada e Nigeria. Le attività commerciali con criptovaluta sono ritenute illegali.
COLOMBIA
Sempre nel 2014 la Supertendencia Financiera de Colombia ha avvertito le istituzioni finanziarie di non facilitare le transizioni con le criptovalute, andando quindi a renderle inutilizzabili.
COREA DEL SUD
La Corea del Sud, invece, nel 2021 ha effettuato la sospensione di 60 uffici cambi di criptovalute. In sé le cripto non sono vietate, ma solamente i privacy coins come zcash (ZEC) e monero (XMR).
EGITTO
Nel 2018 è stato emanato un decreto religioso dove si bolla le criptovalute come harem, ovvero proibite. Il tutto per impedire il commercio con le monete digitali in assenza di una licenza da parte della banca centrale egiziana.
INDONESIA
L’Indonesia ha vietato l’utilizzo delle criptovalute per i pagamenti dal gennaio 2018. Il Vietnam anche, ma con la differenza che non è illegale possedere bitcoin.
IRAN
L’Iran non è mai stato contro le criptovalute, almeno fino a quando con l’estrazione di bitcoin nel 2021 ha causato il blackout delle città. Ecco quindi che si è deciso di non facilitare le transizioni del bitcoin e renderlo sostanzialmente illegale, dichiarandolo arma di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
IRAQ
Nel 2017 ha vietato l’utilizzo delle criptovalute e tutt’ora esiste, ma nonostante ciò hanno subito un veloce sviluppo nel paese.
NEPAL
Forse si tratta di una delle sanzioni più dure, ma la banca centrale del Nepal le ha rese illegali nel 2017. Addirittura si rischia il carcere se si fa trading di cripto. Al momento secondo i dati sono state arrestate circa 7 persone che non hanno voluto rispettare quando deciso.
MACEDONIA DEL NORD
In Europa tutti sono a favore delle criptovaluta, tranne la Macedonia del Nord. Il paese ha vitato la circolazione di tutte le valute digitali. Una decisione che va in netto contrasto con la politica effettuata dal governo del Vecchio Continente.
RUSSIA
Per quanto riguarda la Russia il discorso è ben diverso. Al momento non sembra proibito utilizzare le criptovalute nel paese, tranne per i funzionari pubblici. Per loro lo Stato non permette di effettuare transizioni con le monete digitali.
TURCHIA
La Turchia non permette ai cittadini di effettuare pagamenti in criptovalute
QATAR
Per quanto riguarda il Qatar, invece, la banca centrale del paese nel 2018 ha vietato qualsiasi azione con le criptovalute. Insomma non sarà possibile comprare o acquistare con bitcoin.
Le valute a corso legale
Sopra abbiamo elencato le criptovalute che attualmente sono vietate in molti paesi del mondo. Molte volte sono scelte dettate dalla paura di svalutare la propria moneta e di vedere fenomeni di riciclaggio. Esistono, però, nazioni che hanno decido di affidarsi alle criptovalute come moneta ufficiale del paese.
Parliamo di valute a corso legale, ovvero di criptovalute con la quale è possibile pagare tutto ciò che si vuole in quello Stato. Si tratta principalmente di paesi molto poveri e che non posseggono una valuta fiat nazionale. In particolar modo sono due i paesi che hanno accolto questa regola: San Salvador e la Repubblica Centrafricana. Il primo non possiede una moneta nazionale, utilizzando il dollaro USA come valuta a corso legale. Così nel 2021 ha deciso di introdurre bitcoin come sistema monetario. Lo stesso con la Repubblica Centrafricana che utilizza il Franco CFA, per poi introdurre anche bitcoin come moneta a corso legale.